Rigettata la richiesta di risarcimento contro il Comune per i danni occorsi al pedone a seguito di caduta in pieno giorno a causa di un tombino posto in posizione irregolare rispetto al piano stradale.

La Cassazione (sentenza n.21207/15 depositata in data 20 ottobre), nel decidere il ricorso avanzato dal difensore del ricorrente, ha confermato le sentenze di primo e secondo grado che, nell'attribuire la responsabilità del fatto dannoso ad esclusiva colpa del disattento pedone, avevano rigettato la richiesta di risarcimento.

Nel corso del giudizio, infatti, era stato accertato che il sinistro si era verificato in pieno giorno, quindi in condizioni di visibilità ottime, e che la parte attrice abitava in zona, per cui era a conoscenza dello stato di dissesto ed era tenuta ad osservare ogni cautela per evitare l'insorgere di situazioni pericolose.

La Suprema Corte, a fronte della denuncia di violazione e falsa applicazione degli artt. 2043 e 2051 cod.civ., ha così concluso:
"La sentenza del Tribunale, quindi, nell'escludere che vi fosse, nella specie, un'insidia nascosta tale da creare una situazione di pericolo, ha attribuito la responsabilità del fatto dannoso ad esclusiva colpa della _______ riconducibile alla sua disattenzione nella circostanza della caduta. E poichè la giurisprudenza di questa Corte ha riconosciuto che, ai fini di cui all'art. 2051 cod. civ., il caso fortuito può essere integrato anche dalla colpa del danneggiato, la sentenza impugnata va comunque esente dalla prospettata censura".

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