La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con sentenza n.8053/14, depositata in data 7 aprile, risolve il problema "della applicabilità o meno ai ricorsi per cassazione avverso le sentenze delle commissioni tributarie delle disposizioni modificative del codice di procedura civile contenute nel d.l. 22 giugno 2012, n.83 (c.d. Decreto crescita), convertito con modificazioni, dalla l. 7 agosto 2012, n.134".

Sul punto, vi è un maggioritario orientamento della dottrina "secondo cui la riforma (di cui al d.l. 22 giugno 2012, n.83) non tocca il processo di cassazione, quando formino oggetto di ricorso sentenze delle Commissioni tributarie".
Di diverso avviso le Sezioni Unite che, investite della questione da parte della Sesta sezione tributaria, confermano l'applicabilità della riforma del 2012 anche ai ricorsi avverso le sentenze delle Commissioni tributarie

La Corte ha così affermato il seguente principio di diritto:
Le disposizioni di cui all'art. 54, d.l. 22 giugno 2012, n.83, convertito con modificazioni, dalla l. 7 agosto 2012, n.134, si applicano ai ricorsi per cassazione proposti avverso le sentenze pronunciate dalle Commissioni tributarie regionali e ciò sia per quanto riguarda la nuova formulazione del n.5) dell'art. 360 cod. proc. civ., secondo la quale la sentenza d'appello è impugnabile "per omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti", sia per quanto riguarda l'ultimo comma dell'aggiunto articolo 348-ter cod. proc. civ., secondo il quale la proponibilità del ricorso per cassazione è ammessa esclusivamente per i motivi di cui ai numeri 1), 2), 3) e 4) del primo comma dell'art. 360, qualora l'impugnazione sia proposta avverso una sentenza d'appello che confermi la decisione di primo grado per le stesse ragioni, inerenti alle questioni di fatto, poste a base della decisione appellata"

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