Clausola compromissoria - Interpretazione - Criteri ermeneutici - Comune intenzione delle parti - Ulteriori criteri - Requisiti
Nell’interpretazione della clausola compromissoria il criterio della comune intenzione delle parti si corrobora ulteriormente alla luce dell’impiego degli altri concorrenti criteri
ermeneutici in base ai quali occorre privilegiare, nell’interpretazione negoziale, il significato che esplichi i maggiori effetti conservativi del contratto medesimo, piuttosto che quelli che sortiscano l’inefficacia della clausola, ovvero il significato maggiormente rispondente a quella che è la prassi generale vigente nel luogo di conclusione dell’accordo e in rapporto alla natura dell’oggetto dello stesso.
Il lodo rituale secondo diritto è impugnabile per errores in iudicando, davanti alla Corte d’Appello, in quanto si traduce nella violazione di norme di legge, ai sensi dell’art. 829,
comma 2, c.p.c., ma limitatamente alla sfera di valutazione del puro profilo di legittimità, così da fare sostanzialmente coincidere tale impugnazione con il motivo di ricorso per Cassazione di cui all’art. 360, comma 1, n. 3, c.p.c.
Corte d'Appello Torino Sez. 1 Sentenza N. 719 del 22.05.2008