>Accertamento tributario nullo se emesso prima dei 60 giorni dal PVC (ma con dei distinguo)

Con la sentenza n. 26794 del 25 Novembre 2020 la Corte di Cassazione (Relatore Dott.ssa Castorina) ha ribadito che l’avviso di accertamento dell'Agenzia delle entrate non può essere emanato prima della scadenza del termine dilatorio di 60 giorni dal rilascio del PVC, salvo casi di particolare e motivata urgenza, che non possono individuarsi nell'imminente scadenza del termine decadenziale.

LA VICENDA PROCESSUALE
Nella fattispecie in commento, la ricorrente aveva proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza della CTR Puglia che aveva confermato un avviso di accertamento ritenendo non configurabile la dedotta violazione dell'art. 12, comma 7, legge n., 212 del 2000, stante le ragioni di urgenza addotte dall'amministrazione finanziaria per giustificare l'emissione ante tempus dell'avviso di accertamento, ravvisate nella imminente decadenza del potere accertativo.

La contribuente nel ricorso eccepiva che "l'imminente decadenza del potere accertativo" non fosse motivazione idonea a giustificare l'emissione ante tempus ai fini del rispetto del predetto termine.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso sulla base di un’interessante ma non condivisibile interpretazione del testo dell’art.12, co.7, L. n.212/00 facendo un breve excursus della giurisprudenza di legittimità più recente sull’argomento.

L'INTERPRETAZIONE DELLA CORTE
Nella sentenza in commento il relatore ha accolto le ragioni della contribuente richiamando la sentenza a Sezioni Unite n. 24823 del 2015 (In materia di garanzie del contribuente sottoposto a verifiche fiscali, le ragioni di urgenza che, ove sussistenti e provate dall'Amministrazione finanziaria, consentono l'inosservanza del termine dilatorio di cui alla legge n. 212 del 2000, devono consistere in elementi di fatto che esulano dalla sfera dell'ente impositore e fuoriescono dalla sua diretta responsabilità, sicché non possono in alcun modo essere individuate nell'imminente scadenza del termine decadenziale dell'azione accertativa).

La Suprema Corte ha tuttavia distinto le ipotesi di verifica con accesso presso i locali della azienda da quella del controllo cd "a tavolino" di fatto evocando due diverse soluzioni nel caso che l'accertamento ante tempus riguardi l'una o l'altra ipotesi di verifica. Solo nel primo caso, sembrerebbe questa la ratio della decisione giacchè altrimenti non si comprenderebbe il distinguo, l'emissione ante tempus dell'accertamento ne comporterebbe la nullità del violazione dell’art.12, co.7, L. n.212/00, mentre in caso di verifica cd a tavolino il contribuente dopo aver distinto tra tributi armonizzati e non armonizzati sarebbe gravato dell'onere di enunciare in concreto le ragioni che avrebbe potuto far valere e non abbia proposto un'opposizione meramente pretestuosa.

Orazio Esposito

Orazio Esposito, avvocato cassazionista, è fondatore nel 2011 della rivista DirittoItaliano.com di cui attualmente è Direttore responsabile. I suoi campi di attività solo il diritto tributario e il contenzioso tributario. E' possibile contattarlo all'indirizzo email

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