50 giudici ausiliari con l'arduo compito di aiutare i giudici della V Sezione tributaria della Cassazione a smaltire l'enorme arretrato. E' la misura prevista dal disegno legge di Bilancio presentato ieri al Senato nella sua versione ufficiale.

I 50 giudici ausiliari saranno dislocati nei vari collegi della sezione tributaria, in numero non superiore a 2 per collegio. Potranno essere chiamati a ricoprire l’incarico i magistrati ordinari (previste le medesime incompatibilità, compresa quella all’esercizio della professione di avvocato), compresi i consiglieri di Cassazione, in pensione da non più di 5 anni e che hanno maturato un’anzianità di servizio non inferiore a 25 anni. Al momento della presentazione della domanda il candidato non dovrà poi avere più di 73 anni, mentre il mandato durerà per 3 anni e non sarà prorogabile.

Quanto alla retribuzione è previsto una sorta di cottimo con tetto massimo. Ovvero, sarà corrisposta un’indennità da versare di 3 mesi in 3 mesi, con 200 euro per ogni provvedimento che definisce il processo. In ogni caso l’indennità non potrà superare i 20.000 euro all’anno ed è cumulabile con i trattamenti di pensione cumulati. Non sono dovuti i contributi previdenzali.

La norma suscita parecchie perplessità, in particolare preoccupa la visione assai miope del problema da parte del Governo, che dovrebbe affrontare a monte e non a valle le cause dell'arretrato nella sezione tributaria. Ad esempio, come da più parti richiesto, professionalizzando la magistratura tributaria nelle Commissione tributarie provinciali e di merito, i cui giudizi spesso assai criticabili non fanno che aumentare il contenzioso in Cassazione.

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